
A coronamento della mia trasferta napoletana, non poteva mancare una nuova puntata nella rubrica sui tassisti.
Premetto che per i tragitti più lunghi ho trovato un simpatico tassista privato, raccomandato da amici, che si è preso cura dei tragitti più lunghi e mi ha dato le informazioni di base per Napoli. Per i percorsi brevi ho però provato ad usare una app dei tassisti, che si chiama IT-TAXI, visto che qualcuno mi aveva fatto notare che ormai i tassisti napoletani si sono modernizzati, sono diventati onestissimi e non c’è più differenza con Uber. Da come sono andate le cose, direi che devono ancora fare molta strada e speriamo che ce la facciano prima della prossima eruzione.
Ne ho fatti arrivare un paio ed in entrambi i casi i tassisti hanno preteso di pagare un importo superiore a quello indicato in tassametro, fissato in via unilaterale (da 2 a 3 Euro) adducendo che bisognava aggiungere il costo “chiamata”. Ho chiesto che senso avesse pagare questo costo quando si usa una app, e loro sostengono che comunque la richiesta viene loro dal radiotaxi. Da notare che entrambi i tassisti sono arrivati in 2-3 minuti ma con il tassametro che segnava circa 6-7 Euro. Ho lasciato perdere ma non ho potuto fare a meno di notare che nella tariffa finale al cliente il percorso corrisponde solo al 20% della stessa, il resto sono invece quote fisse o variabili decise dal tassista.
Ho provato a comunicare con la app, solo per capire se tale pratica fosse corretta, ma la app non permette reclami o segnalazioni per la singola corsa. Sono andato sul sito di IT-TAXI per porre il quesito, ma al primo tentativo non ha accettato la mia segnalazione, dicendo che era troppo lunga (per quanto entrava nel riquadro), poi quando l’ho riscritta in forma più breve non l’ha accettata comunque perchè avevo superato il numero di messaggi consentiti al giorno (uno, quindi). Detto questo, vi saluto dal magico mondo dei tassisti e delle loro app, e QUE VIVA UBER.