Il governo val bene un MES

Probabilmente non sono né l’unico né il primo a pensarlo, ma la “maturazione” europeista di Salvini mi ricorda tanto la conversione al cattolicesimo di Enrico IV, il quale nel 1594 abiurò la propria fede calvinista pur di ascendere al trono di Francia. I libri di storia attribuiscono al Borbone la frase “Parigi val bene una messa”, che in verità sembra non abbia mai pronunciato; però la messa per incoronazione e conversione ci fu per davvero, e lui dovette subire tutta la rappresentazione, con tanto di predica e chierichetti. Salvini ha rimpiazzato la sacra messa con il voto di fiducia della Lega a Draghi Salvatore dell’Euro, così dimostrando una lunghezza del pelo di stomaco, pardon, un realismo comparabili al sovrano francese.

In entrambi i casi la genuinità delle rispettive conversioni non è stata granché creduta dai contemporanei: Enrico IV fu sempre sospettato di continuare a praticare la fede calvinista, e pagò tanta sfiducia con l’assassinio da parte di un fanatico cattolico. Anche nei confronti di Salvini il sospetto è lecito: chi ci assicura che sotto la nuova felpa azzurra e stellata batta veramente un cuore europeista? E che la Madonnina lo abbia effettivamente convinto ad amare, come il prossimo suo, il tedesco e l’olandese, oltre che il nigeriano e persino, volendo esagerare, il napoletano? Non lo potremo mai sapere, almeno fin quando il Felpato non confermerà la sua conversione con qualche gesto plateale, che so, un like sul profilo Facebook di Carola Rakete, un retweet della Van der Leyen, oppure l’affondamento di una motovedetta in una battaglia navale al dopolavoro ferroviario di Sesto san Giovanni.

Le similitudini continuano: Enrico IV dovette cogliere l’occasione al volo, non tanto per il trono francese, quanto per garantirsi l’incolumità fisica: Filippo II di Spagna, cioè il Trump dell’epoca, marciava verso Parigi per eliminarlo e mettere sul trono sua figlia Isabella, nipote di Caterina dei Medici (NB: Filippo aveva sposato in terze nozze la figlia di Caterina, Elisabetta di Valois. Fu l’unico caso, su quattro, in cui non sposò una zia o una cugina). La Legge Salica in teoria non permetteva a una donna di salire sul trono francese, ma essendosi estinti tutti i pretendenti maschi Valois (per ammazzamenti, incidenti e malattie) ed essendo Enrico titolato solo per sbieco, è chiaro che la sua morte era necessaria per giustificare un’eccezione. Anche Salvini ha dovuto cogliere l’occasione al volo, per salvare la sua sopravvivenza politica: con Draghi sul trono, le fabbrichette del nord-ovest che si lamentano e Giorgetti che sgomita, non aveva altra scelta.

Entrambi i convertiti lasciarono/lasciano dietro di sè delle donne piangenti e deluse. Enrico fece dichiarare nullo il matrimonio con Margherita di Valois (Margot), rea di sterilità ma anche di essere intelligente e ambiziosa quanto sua madre Caterina: le accordó un sostanzioso assegno e tolleró che continuasse a farsi chiamare regina di Francia. Salvini ha piantato la Meloni, lasciandogli la leadership dell’opposizione e tutto l’immaginario sovranista. Nel caso di Margot, gli storici raccontano che alla fine ci guadagnò: potè continuare a fare la vita che voleva, fornicando quanto bastava, organizzando balli e scrivendo le sue memorie, mentre la nuova regina di Francia (una Medici) stava tutto il tempo allettata a sfornare figli come conigli. La Meloni chissà…..

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