Maria la ricca

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Il giro turistico del Belgio ci ha portato oggi a visitare uno dei castelli più pittoreschi del paese: il castello di Vêves, non lontano da Namur. Il castello è ben conservato e all’interno vi abbiamo trovato anche una bella tavola cronologica dai re carolingi in poi. Vi sono anche varie riproduzioni di sigilli reali e di vario nobilame belga, quello che di solito riempie di foto tristissime e deformi la nota rivista Point de Vue (nessun ambulatorio dentistico a Bruxelles ne è privo).

Tra i vari sigilli, vi è quello di Maria di Borgogna, vissuta nel XV secolo e che fu una delle giovincelle belghe più ricche della storia, tanto che passò ai posteri come “Maria la ricca”.

Maria era una giovane di belle speranze e divenne ricca come fanno sempre i nobili: andava a scuola (a Gand) con una mela, la vendeva alle sue amichette principessine fiamminghine e con il ricavato comprava 2 mele; il giorno dopo vendeva le 2 mele e con il ricavato ne comprava 3, le rivendeva e ne comprava 4 e così via, finchè un giorno le muore il padre, Carlo il Temerario, e Maria eredita la Borgogna, l’Olanda, il Belgio, il Lussemburgo, nonché vari pezzi di Francia e Germania.

Essere la più ricca ereditiera d’Europa non le portò però molto fortuna, poiché il suo padrino, il re di Francia Luigi XI, che era il Sarkozy dell’epoca, non appena apprese che la figlioccia era diventata orfanella, le mandò a dire che una donna single non poteva tenersi tutto quel popò di roba e che, tanto per cominciare, doveva cedere alla Corona francese tutti i territori che si trovavano in Francia; inoltre, per evitare il peggio, avrebbe dovuto sposare il Delfino di Francia, che però aveva 7 anni, mentre Maria ne teneva 20.

Di fronte alla prospettiva di fare da consorte baby-sitter Maria rifiutò, ed il perfido padrino per ripicca le invase la Piccardia e l’Artois, promettendo che presto sarebbe andato anche oltre. La povera Maria non poteva fare come si farebbe oggi, e cioè denunciare lo zio porco su Instagram, perciò chiese protezione all’Austria offrendosi in fidanzamento al delfino Massimiliano, che per lo meno era maggiorenne.

A Max d’Austria questa cosa non parve vera, perché aveva un gran bisogno di soldi: infatti suo padre, l’arciduca Federico III, aveva le mani bucate e aveva speso tutti gli averi di famiglia in guerre e conflitti, ma soprattutto in reliquie dall’autenticità discutibile: la sua collezione di patacche comprendeva, inter alia, un pezzo della Croce, la Santa Lancia, un osso del braccio di sant’Anna, un grembiule di Gesù e pezzi della mangiatoia di Betlemme. Con un padre così spendaccione per Massimiliano le nozze con Maria furono un vero Bingo: così rimise in sesto le casse dello Stato ed armò un esercito con cui mosse guerra alla Francia, sconfisse il re francese e negoziò una pace con cui la Francia si teneva la Borgogna ma rinunciava al resto. Maria non fece in tempo a rallegrarsene perché morì per una caduta di cavallo, a soli 25 anni.

Massimiliano tenne il lutto per il minimo indispensabile e, avendo ormai capito come funzionava il mondo, pensò subito di risposarsi un’altra ereditiera e fare cassa. La scelta cadde su Anna di Bretagna, che si portava in dote un bel pezzo di Francia, ma stavolta a Massimiliano andò male, perché mentre la fanciulla (che aveva sposato per procura) si trovava ancora a casa sua in Bretagna il nuovo re di Francia, Carlo VIII, la rapì e la sposò a sua volta, avendo ottenuto da papa Innocenzo VIII un discutibile annullamento del precedente matrimonio ed un ancora più discutibile riconoscimento del ratto reale. E si potrebbe anche continuare, visto che Anna di Bretagna, rimasta presto vedova di Carlo VIII, un pensierino di ritorno a Massimiliano l’avrebbe anche fatto, ma la corte francese le ingiunse di sposare il fratello del defunto, il nuovo re Luigi XII.

Insomma, Massimiliano rimase con un palmo di naso ma si tenne comunque le terre di Maria e l’arciducato d’Austria, che con il Sacro Romano Impero avrebbero formato le basi per il c.d. impero su cui non tramonta mai il sole: infatti il primogenito di Maria e Massimiliano fu Filippo il Bello (ma tanto con tutti quei soldi si poteva chiamare in qualsiasi modo) che, sposandosi con Giovanna la Pazza, mise al mondo Carlo di Gand, ovvero Carlo V.

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