La cucina coreana

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La cucina coreana non la capisco. Tutte quelle verdurine e salsine dall’origine ed dalla composizione incerte mi mettono un po’ d’ansia. Però bravi gli chef coreani, ai quali posso solo rimproverare di essere un po’ distratti. O forse fanno solo un po’ di confusione quando la cucina è troppo affollata e quindi, per pure caso, escono fuori delle combinazioni un tantinello ardite.

Ad esempio, l’altra sera mentre rimestavo nella brodaglia del chicken che loro stessi mi avevano raccomandato, sono usciti fuori dei tentacoli, come in Star Wars. Deve essere stata un leggerezza, bastava dirmi: “Signol-Ino, avevamo un polpo in pliù, lo abiamo meso nel polo pel non splecale” ed il gioco era fatto, tutto chiaro e spiegato. Oppure quando hanno fatto cadere negli spaghetti ai gamberoni una decina di spicchi d’aglio, che io all’inizio ho ingurgitato pensando che fosse polpa di pesce. Sono errori che possono capitare nelle cucine affollate, uno spintone ed in un attimo la piantagione di aglio finisce nella padella della salsa.

E poi c’è il tofu. I coreani lo tengono, come tutte le persone civili, nella cassetta degli attrezzi assieme al materiale per stuccare gli infissi, ma nelle ore di punta può anche capitare che finisca in qualche piatto. Sono cose che succedono, magari aiuta a stuccare le ulcere. E vuoi mettere poi i biscottini di pesce? A chi non è mai caduto un merluzzo nella sfoglia? 

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