
NB: estratto dal mio viaggio in Perù nel dicembre 2017.
Gli Incas non furono solo grandi agricoltori ed indomiti guerrieri, ma furono anche dei sofisticati scopritori. Infatti hanno scoperto i cappelletti (in lingua quechua: capelettys, come evidenziato nel menu), visto che il ns. oste ha sostenuto che trattasi di un piatto autoctono locale, senza alcuna influenza straniera. Mah.
Va detto che siamo finiti in questo ristorante a Cusco una sera per necessità, poiché era molto tardi e le trattorie ordinarie avevano belgamente chiuso la cucina (“Senor, la cocina esta cerrada“). Non ci facevano entrare neanche i ristoranti spocchiosi, quelli che ti spennano solo perché hanno il menu scritto in Francenol. Così ci siamo fermati in questo posto ancora aperto a mezzanotte, dove siamo stati attirati da un piatto beneaugurante e rassicurante, il “caldo de pollo con capelettys” appunto, che abbiamo interpretato come “cappelletti in brodo di pollo”. Ma le cose non sono andate esattamente così.
Quando le scodelle sono arrivate siamo riusciti a trovare, ma solo grazie all’aiuto del GPS, numero 6 cappelletti, non di più. Pare che il 6 sia il numero sacro degli Incas e quindi i 6 cappelletti svolgerebbero un ruolo pedagogico nella zuppetta, ognuno rappresentando una parte della cosmogonia andina. I primi 3 Cappelletti rappresentano infatti rispettivamente l’Hanan Pacha, il Kay Pacha e l’Hurin Pacha (i mondi di sopra, di mezzo e di sotto); il Quarto Cappelletto rappresenta la Virgen de Guadalupe che, a dispetto del nome, è il nome più ricorrente dei negozi di generi alimentari; il Quinto Cappelletto sta per “el gobierno en carica”; infine, il Sesto Cappelletto rappresenta il parente che fa i regali migliori a cresime e comunioni. Finiti i cappelletti, dal brodino è uscita fuori una quantità inusitata di pezzetti di pollo.
Ora, va bene che era un caldo de pollo, ma noi ci aspettavamo più cappelletti. Deve essere che l’oste, quando ci ha visti entrare, ci ha guardato in faccia ed ha pensato “Questi ragazzi sono qui in Perù da due settimane ma si vede che non hanno ancora mangiato abbastanza pollo. Ora li sistemo io”. E fu così che una batteria intera di polli finì bollita nelle nostre scodelle. Amen. Viva gli Incas, abbasso Pizzarro!