
Una mattina mi ero alzato con la mezza intenzione di andare a fare un giro di prova in una palestra ed eventualmente iscrivermi. Così, dopo una parca colazione (cioè: senza ciauscolo) ho iniziato i preparativi: la borsa, la tuta, shorts e maglietta (calzini, mutandas, canottiera), scarpe, flip flop, auricolari, asciugamano grande e piccolo, auricolare, Ipod, ecc ecc..
Senonchè, mentre stavo accatastando tutto questo popò di roba e pensavo a quante volte avrei dovuto, nel corso dell’anno, fare e disfare tutta questa miscellanea, sono stato preso da un senso dannunziano di noia. Così ho pensato che per una volta avrei potuto sostituire la palestra con un’attività equivalente in termini di sforzo fisico e consumo di calorie. In altre parole, per prima cosa sarei andato a buttare via le numerose bottiglie di vino rimaste dopo un certo party; e poi, via a fare un corroborante giro al mercato bio per vedere cosa c’è di nuovo.
Sono così uscito con tutto il bottigliame in direzione del Campo Base (la campana dei vetri a Trinitè). Tutto andava per il meglio, glutei ed avambracci si tendevano turgidi nell’opera di lancio delle singole bottiglie quando ecco, sfiga ha voluto che scoppiasse all’improvviso un acquazzone fenomenale e non previsto. Per non prendermi un malanno ho cercato riparo da qualche parte e mi sono così diretto, con passo marziale ed atletico, verso la prima porta che ho visto aperta in piazzetta.
Una volta entrato, stanco e grondante acqua come Rambo dopo essersi fatto una nuotata nel Mekong infestato da serpenti velenosi, coccodrilli e Vietcong, mi sono guardato intorno per rendermi conto di dov’ero capitato. Con grande stupore ho visto ergersi attorno a me delle colonne scintillanti di fuoco e fiamme. OMG! Ero finito dentro un kebabbaro! Ho così reclinato la testa e mi sono arreso al destino. Ma gli Dei sono testimoni che le mie reali intenzioni erano altre. Amen.